SERRE DI VILLA REVOLTELLA – TRIESTE
Il punto di partenza per Anna Pontel è stato il mito di Barbie, rivisitato in chiave critica, rifacendo i suoi set vestimentari in dimensioni anomale. Un discorso dunque legato in qualche modo al mondo fashion, sia pure da un’angolazione del tutto particolare. Il percorso successivo si è sviluppato rimanendo adiacente al gioco, all’infanzia, transitando anche attraverso i Pokemon, senza mai tagliare il legame all’universo della moda e alle pratiche linguistiche che lo riguardano, con divertenti apporti inventivi. Oggi gli Oggetti da compagnia, fatti all’uncinetto, con un’anima di bambagia sintetica, integrati da una gigantografia che ne dimostra l’uso, parafrasando le istruzioni che troviamo nelle confezioni degli elettrodomestici appena acquistasti. Dall’abito enfatizzato all’oggetto da tenere con sé, come un cane pechinese, con i connotati pseudo corporei – un mix di animalesco ed umano – con un aspetto psicologico inquietante. La necessità di munirsi di un oggetto rassicurante inanimato – anche se mima qualcosa di vivente – su cui riversare e ricevere calore. Al posto, forse, di un legame con i propri simili, certo più impegnativo e spesso conflittuale. Come a dire un retrocessione dei sentimenti verso gli oggetti, per un angolo di serenità, nella soffocante difficoltà del vivere quotidiano.